I sogni e le prostitute lyrics

by

Carlo Corallo


[Testo di "I sogni e le prostitute"]

[Ritornello]
L'amore si fa per passione
E tu lo fai per cortesia
Con tutte quante le persone
Dell'alta o bassa borghesia
E non sai nemmeno il mio nome
Ma se posso dire la mia
La festa dura poche ore
E resta la monotonia

[Strofa 1]
Marco è uno stronzo ribelle
Sembra aver girato il mondo con addosso quel giubbotto di pelle
Conscio di niente
Finito mille volte nelle note di un reporter o uno storyteller
Ma sorridente, puntuale
Mai, invece la sua sete inglese lo è sempre
Quando scrive "Ho bisogno di te" alle sette
Apre il portafoglio e ne fa un porta-fede
Poi bussa alla porta come un grasso ariete
Ma questa lo incassa bene
In casa da attendere c'è una Venere che è in calze a rete
Ed ha sbiadito in anticipo nelle cene
A base di Cere's e fumi, cenere
Il suo fisico Micene
Che fu vincente per un breve periodo
Per la via del vicolo
Dicono
Per via del vincolo
Ogni uomo che la tocca, le tocca
Mentre prova il nuovo rossetto
Pronta ad un altro uomo violento
Che prende bocca di rosa e le leva il rosa di bocca
E lui fermo alla porta
Nonostante fosse il tre dicembre
Leva il cappotto e scopre il corpo
Come un tredicenne
Poi ogni rapporto dura niente e
Sulla soglia la donna nel tempo rimanente
Chiede sempre cosa sogna
Ma lui fa sogni da una lira mica da profeta
Dice che lira è uno strumento, una moneta, un sentimento
E lei spiega che fin da ragazzina usa il sentimento
Come strumento per la moneta
[Ritornello]
L'amore si fa per passione
E tu lo fai per cortesia
Con tutte quante le persone
Dell'alta o bassa borghesia
E non sai nemmeno il mio nome
Ma se posso dire la mia
La festa dura poche ore
E resta la monotonia

[Strofa 2]
Flavio mette gli abiti, ha la cabina armadio davanti
La sera è da matti, avrà una mattina da martiri
Proprio là
Tra i multicentenari muri centrali
Dei dodici quartieri storici della città
L'università ha sfoltito la sua chioma bionda
E l'adipe abbonda
Su quel fisico una volta scolpito dalla corsa
Timido di anima buona fin da piccolo
Non chiama una donna "troia", ma chiama una troia "donna"
Conta le strutture gotiche dalla cornea
Arriva alla campagna da ogni pianta a foglia corta
Convulso come alla lavagna
Dinnanzi a un profumo alla lavanda che non lascia la maglia neanche lavandola
E quello di lei, Amanda
Che massaggia isolata e selvaggia Sumatra
Ma saggia ad usare il tuo tantra
Amata da chi ha gli occhi spesso tristi per gli spiccioli
Rende liberi professionisti
Liberi dai preziosismi
Nel vederlo aprirsi
Rompe il ghiaccio con il bisturi
E fanno un brindisi
In cui chiede i suoi crismi da sognatore
Lui rigido
Ignora il lato onirico
E sogna che una situazione dia una propria istituzione
Alla prostituzione
Ma lei parla di sogni veri
Sogni bui
Che fanno del male a lei e poi fanno tremare lui
In cui orridi generali danno ordini genitoriali
Ad orfani generati da organi genitali altrui
[Ritornello]
L'amore si fa per passione
E tu lo fai per cortesia
Con tutte quante le persone
Dell'alta o bassa borghesia
E non sai nemmeno il mio nome
Ma se posso dire la mia
La festa dura poche ore
E resta la monotonia
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